giovedì, Dicembre 5, 2024
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Emozioni e poesia: Paul McGregor sull’arte di trasformare la vita in versi

1.      Cosa l’ha ispirata a scrivere questa raccolta di componimenti? Ci sono stati eventi o esperienze personali che hanno influenzato la sua scrittura?

L’ispirazione nasce in me dalla vita, e dai colori di tutte le emozioni che lei scatena dentro di me, e devo dire che ne scopro ogni giorno di nuovi, perché ognuno di loro si scompone e si presenta in un’infinità di sfumature. Sicuramente, le esperienze che ho vissuto influenzano la mia scrittura sia nella scelta dei temi da affrontare, sia nel modo in cui sento di volerli sviscerare. Io sono tutt’uno con la mia scrittura, e la mia scrittura è tutt’uno con la mia vita.

2.      Nel libro parla di dolore e sofferenza come strumenti di rinascita e trasformazione. Come ha sviluppato questa visione?

Ho iniziato a imparare dal dolore quando ho capito che, limitarmi a osteggiarlo e a non accettarlo come parte della mia vita, chiedendomi come  mai quella difficoltà, di volta in volta, fosse capitata proprio a me, toglieva energia a un altro tipo di domanda, e cioè in che cosa quell’angoscia avrebbe potuto rendermi migliore, trasmettendomi una consapevolezza che, senza versare quelle lacrime, non avrei potuto acquisire.

3.      Il titolo Emozioni sembra racchiudere l’essenza della sua opera. Perché ha scelto proprio questa parola per rappresentare il suo lavoro?

Mi riallaccio alla mia prima risposta, quando ho parlato di tutti i colori con cui la vita si presenta, almeno a chi possiede occhi disposti a vederli, e credo che il massimo che ognuno di noi si possa augurare per essere, o almeno per avvicinarsi ad essere, felice, è proprio di vivere una vita a colori, e tutto ciò che dà colore alla vita, sempre secondo me, sono le emozioni.

4.      Il componimento “La geometria dell’odio” affronta un tema storico e sociale molto complesso. Come riesce a coniugare la poesia con questioni così impegnative?

Sicuramente, nell’Olocausto, non c’è stata alcuna poesia. Ma i miei versi sono dedicati a tutta la bellezza che, in quell’orrore, è sempre rimasta, e mi riferisco alle anime di tutti coloro che hanno lottato per sopravvivere, alle anime di tutti coloro che si sono ribellati alla dittatura, alle anime di tutti coloro che, paradossalmente, sono andati incontro alla morte, pur di combattere, in ogni istante, in nome della vita e della sua preziosità, come preziosa è ogni testimonianza che renda omaggio a tanto sacrifico. Nella memoria, anche, ma anzi soprattutto, quella che preserva il ricordo di qualcosa di tanto atroce, c’è la poesia di chi non vuole dimenticare, per trasmettere un insegnamento a tutti quelli che vivranno dopo, e se di vita parliamo, la memoria è un dono che va sempre mantenuto vivo.

5.      La speranza è un tema trasversale nella raccolta. Qual è, secondo lei, il segreto per mantenere viva la speranza in un mondo spesso dominato dall’apatia?

La risposta, in effetti, è contenuta già nella domanda. L’apatia è un veleno, perché ti fa pensare che niente cambierà mai, e, soprattutto, che tu non possa fare niente per invertire questa tendenza autodistruttiva. La speranza è l’antidoto, perché ti spinge a credere che anche tu possa essere, e sentirti, importante. Molti pensano che salvare il mondo significhi salvare tutte le persone e tutte le cose esistenti, e questo scoraggerebbe chiunque, me per primo. Ma secondo me, se una persona mantiene accesa la fiaccola di una speranza, per illuminare il suo mondo e quello della realtà, per quanto piccola, che lo riguarda, questo gesto equivale a salvare il mondo intero. Perché, riflettiamoci insieme, se ognuno di noi lo facesse, il mondo intero andrebbe incontro alla salvezza.

6.      La bellezza è descritta come una qualità che risiede nel cuore umano. Come si può, secondo lei, riscoprire questa bellezza nella vita quotidiana?

Anche in questo caso mi complimento per l’intelligenza della domanda, perché, anche in questo caso, la risposta è enunciata nella sua formulazione. Io la bellezza la cerco, e la trovo, proprio nella vita quotidiana, perché è proprio lì, dove molti non guardano neppure, nonostante ce l’abbiano davanti agli occhi. Parlo del fatto di apprezzare la semplicità, le piccole cose, parlo di dare importanza agli affetti, parlo del fatto che finché hai qualcuno da amare, e che ti ama, hai tutta la bellezza di cui hai bisogno. Se invece non hai nessuno accanto, allora puoi ricominciare da te stesso, e amarti al punto da credere che là fuori ci sarà per forza una persona che voglia afferrare la tua mano, a patto che tu la tenga aperta, e qui ritorna il tema della speranza, che altro non è che una delle tante forme che può assumere, proprio, la bellezza.

7.      In che modo il ritmo frenetico della vita moderna influisce, a suo avviso, sulla capacità delle persone di connettersi con le proprie emozioni?

Influisce in modo molto negativo, spingendoti a correre, correre e correre. Sembra che oggi ogni cosa, se vuole raggiungere la dignità di essere presa in considerazione, debba diventare, prendendo in prestito il linguaggio social, “virale”. Le emozioni, al contrario, chiedono ascolto, chiedono rispetto, perché non si può mettere fretta al cuore, perché farlo significa insultare la sua natura.

8.      Nelle sue poesie sembra voler creare un equilibrio tra il personale e l’universale. Come trova questa armonia nella sua scrittura?

Per rispondere a questa domanda prendo in prestito il cuore della mia risposta precedente, nel senso che è un’armonia che trovo, e che sento, grazie alla riflessione, e non riuscirei mai a riflettere, e a scavare nel profondo di me stesso, se non mi concedessi il lusso di rallentare, e di dedicare del tempo al groviglio di pensieri che si attorcigliano nella mia mente. Riesco ad accettare di non essere capace di trovare tutte le risposte che vorrei avere, semplicemente pensando che sono una creatura estremamente piccola, incastonata in qualcosa di infinitamente grande, che però non mi spaventa, perché anzi, proprio una persona piccola come me ha bisogno, e trova piacere, nel sentirsi circondata da una grandezza che, con un minimo di sensibilità, apre le sue porte e accoglie chiunque.

9.      Cosa significa per lei l’amore eterno?

Credo che sia qualcosa di molto più di un ideale. All’interno di una coppia credo che lo si costruisca giorno dopo giorno, sostenendosi a vicenda, anche se è diventato molto più raro e difficile da trovare, oggi come oggi. Però credo che esista già un amore eterno, di cui possiamo essere testimoni tutti i giorni, quello di un padre e di una madre per i propri figli, perché è un amore che non ha eguali, e che dura per tutta la vita, e di conseguenza, per me che credo anche nell’aldilà, anche nell’infinito che ci attende oltre la morte. E poi, in fondo, anche semplicemente sognare, di poter essere un giorno felici, o di incontrare l’altra metà del nostro cuore, o che il mondo migliori, secondo me è una testimonianza di amore eterno verso la vita e tutto ciò che può offrire.

10.   La natura, l’arte e la forza delle figure simboliche – come Carla Fracci – sono temi ricorrenti nel libro. Come sceglie gli argomenti e le persone da celebrare nei suoi componimenti?

Li scelgo ascoltando il mio cuore. Nel mio piccolo, ogni volta che scrivo un componimento, cerco di fare un omaggio a tutto ciò che mi fa palpitare nel profondo, perché significa anche voler ringraziare quel qualcuno, o quel qualcosa, delle emozioni che mi ha regalato, e scrivere di ciò vuol dire rendere la mia emozione, e la mia gratitudine, immortali.

11.   Il processo di rinascita che descrive in molti componimenti è un viaggio doloroso ma necessario. Qual è il messaggio che vorrebbe lasciare a chi sta attraversando momenti difficili?

Prendiamoci per mano, anche soltanto con il pensiero. Questo è il mio messaggio, perché io sono uno di loro. È vero, molti di noi non si incontreranno, e quindi nemmeno si conosceranno in questa vita, ma essere consapevoli che non si è soli, perché il dolore in qualche modo ci affratella, secondo me è un aiuto immenso. Da questo nasce il mio libro, dal desiderio di far sentire abbracciate tutte le persone che, leggendolo, si dovessero sentire rispecchiate, comprese e amate.

12.   Che ruolo spera possa avere la poesia nella vita dei lettori di oggi? Crede che possa essere un mezzo per riscoprire la nostra umanità?

Assolutamente sì. Rientra nel concetto di cui ho parlato poc’anzi, il lusso, che è in realtà il diritto, e che è anche il dovere, di prendersi un po’ di tempo per se stessi, per riflettere, per ascoltarsi, per abbracciarsi e per volare, riscoprendoci molto più profondi di quanto la superficialità moderna vorrebbe farci credere. E se molti, leggendo queste mie parole, dovessero pensare di non essere fatti per la poesia, io dico a ognuno di loro di provare ad abbandonarsi, perché potrebbero avere una bellissima sorpresa, sentendosi più ricchi.

13.   Dove è possibile seguire il suo lavoro sul web e sui social?

Ho aperto da pochissimo tempo una pagina Facebook, con l’account di Paul McGregor Autore, e una pagina Instagram, con l’account di paul_mcgregor_autore.

14.   Dove è possibile acquistare il suo libro?

È presente online, per esempio su piattaforme come Amazon, IBS, libreriauniversitaria.it, mondadoristore.it e poi, naturalmente, in tutte le librerie fisiche.

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